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STORIA DI BUSCOLDO
A
cura di Iginio Bottani
Il Castello di
Buscoldo
"…………………………………… Anni milleduecentosei corria Quando Ezerino se
atendava Che
d’avir Mantua lui gran voja avìa ………………………………………" |
il castello di Buscoldo da una
carta militare del primo
'500 |
Così
scriveva Bonamente Aliprandi nella sua Cronaca della città di Mantova
redatta nel 1414.
"…………e partito che fu Ezzelino dall’assedio di
Mantova" narra lo storico Stefano Gionta, "Sordello fece fare un
serraglio per difendere la città, avendo con suo danno veduto quanto
disturbo aveva dato Ezzelino, respingendo talvolta i mantovani fino alla
porta. Così essi fecero il Serraglio in forma triangolare e fabbricarono
alcuni castelletti per difesa di questo serraglio il quale serviva di gran
riparo alla città".
Uno di questi piccoli castelli sorgeva a Buscoldo e la
data della sua costruzione si può far risalire, analogamente al Serraglio,
alla prima metà del XIII secolo. Il sistema difensivo di Buscoldo era
composto oltre che dal castello da due torri: la prima sorgeva
nell’odierno Serraglio, vicino al ponte su Fossa Viva, ove è oggi la casa
Sarzi Sartori (Rocchetta dei Bussi), la seconda alla "Madonnina".
Quest’ultima è probabilmente posteriore, della seconda metà del XIV
secolo, come si evince da una lettera inviata il 4 maggio 1379 da Novarino
de Martinellis a Lodovico Gonzaga; in tale lettera si parla di una "turris
nova" sulla strada fra il castello e la "rocheta Bussorum".
Ma com’era e soprattutto dov’era il fortilizio di
Buscoldo? Una prima individuazione ci viene dalla toponomastica locale:
il fatto che un gruppo di case situate all’inizio del paese per chi
proviene da Mantova, si chiami ancor oggi "il Castello",fornisce un primo
indizio; se a ciò si aggiunge che fra i beni posseduti dai Gonzaga a
Buscoldo è elencata una pezza di terra con sopra un "castrum", vicino alla
strada che porta in Sacca, si può supporre che il vecchio maniero
corrispondesse all’odierno "Castello". La lettura di altri documenti come
le carte appartenenti al soppresso Convento di S.Agostino o di alcune
mappe del ‘700 colloca senza ombra di dubbio il castello di Buscoldo
nell’area di fronte all’attuale mulino. Com’era l’aspetto di questo
castello? La risposta la troviamo in una carta topografica del territorio
mantovano risalente ai primi del’500 ritrovata nel 1974 nell’Archivio di
Stato di Venezia e nella decorazione pittorica rappresentante la città di
Mantova ed i castelli del Serraglio dell’età tardo- medioevale nel Palazzo
della Masseria in piazza Broletto. Si trattava di una costruzione non molto
grande, ma certamente abbastanza imponente se paragonata alle case
circostanti; aveva forma quadrata, era munito di torrette ai quattro
angoli mentre al centro si elevava un torrione. Responsabile del
castello e degli uomini della guarnigione, fanti e balestrieri, era un
capitano il quale non doveva avere vita facile, come si desume dalle
numerosissime lettere inviate in diversi tempi e circostanze a
Mantova. Vediamo ad esempio la
lettera inviata il 10 novembre 1377 a Ludovico Gonzaga da Nicolosio "caput
castri Boscholdi",il quale avvisa che il castello è privo di frumento,
olio, sale riso,cera e polvere e che necessita di un notevole lavoro di
manutenzione: "Sine ipsum non possum stare" si lamenta il poveretto. E non
si trattava solamente di difficoltà di ordine materiale. Frequentissime
erano le insubordinazioni dei sottoposti e le scorrerir di soldati nemici
ed amici, forse più pericolosei questi di quelli, che si concludevano spesso col saccheggio
delle case del paese e delle campagne.
E leggiamo un’altra lettera:
"Se Sua Altezza Serenissima non provvede a tanti
ladrocinii che vengono fatti dai soldati veneti nel Seralio, penserà
d’averlo assicurato, et sarà del tutto distrutto, che li nimici di sicuro
non faranno peggio che levarvi la vita in poi; noi fora del Seralio
teniamo le sentinelle continovamente giorno e notte a ciò passino dal
nostro, chè a questa hora averiano fatta netta ogni casa; ho reclamato ai
suoi superiori i quali hanno detto solo belle parole ma non vedo alcuna
soluzione; da noi è stato provveduto alle cose necessarie per detti
soldati, nondimeno hanno distrutto quasi tutti li vini che hanno trovato
nelle case, i patroni delle quali e i lavoratori quasi tutti sono fuggiti.
Questa matina hanno cominciato ad assalire le case di quelli che sono
andati a Mantova, col levare molte cose di quelli, in modo che vedesse
Vostra Signoria Illustrissima come stimo! Io no manco di provvedere quanto
posso alli inconvenienti, ma sono troppi" .
Questa lettera inviata il 18 ottobre 1629 da parte di
Paolo Roccelli superiore del forte di Buscoldo al Marchese Striggi "Gran
Cavagliero del Serenissimo Duca di Mantova" è l’ultimo documento nel quale
si intuisce che il castello di Buscoldo è ancora in esercizio. Dopo di che cala il silenzio. Il fortilizio
venne certamente raso al suolo fra il 1629 e il 1703: questi tre quarti di
secolo furono particolarmente travagliati per il Mantovano. Nel 1629, nel
1630, nel 1658, nel 1689, nel 1694, nel 1701 e nel 1702 il nostro
territorio fu teatro di guerra.
 Mappa dei primi del '700
Fonte: CD-ROM Breve Storia di Buscoldo, Scuole Elementari P. F. Calvi di Buscoldo
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